L'antico vaso doveva essere portato in salvo... sembrava impossibile, ma ce l'avevamo fatta!
E come i simpatici amici dell'amaro Montenegro con l'antico vaso, anche io ce l'ho fatta a finire Faith,
anche se, almeno a tempistica, sono certa che mi hanno battuta alla grande! Sapete com'è, hanno esperienza
Ok... la smetto, però in effetti è vero, tra impegni fansubbici, bakavisione di Missing you e weekend con Arang e il Magistrato, a finire Faith ci ho messo più di quanto avrei voluto
prolungando così l'agonia *scherzo*Ma alla fine, eccomi qui!
Voglio impostare questo commento al contrario di come faccio solitamente: comincerò quindi dandogli il voto e poi spiegandone le ragioni. Perché? Be' perché sono giunta al verdetto
più che per
addizione, sommando cioè gli elementi che ho apprezzato, e che pure ci sono, per sottrazione: non tanto in base a ciò che Faith è o ha, ma
a ciò che non è riuscito ad essere,
a ciò che gli manca.
Perciò come si dice a scuola?
Ha le capacità, ma non si impegna, potrebbe fare molto di più: 5.
E adesso, giustifichiamo questa mancata sufficienza.
Cos'è che impedisce a Faith di brillare, di distinguersi dalla massa? Per me, tutta una serie di ragioni, che vi esporrò un po' random, così come vi vengono in mente, perdonate perciò lo
stream of consciousness La
primissima ragione è la seguente:
a Faith manca l'elemento connettivo.
Sapete, nella mia facoltà ti fanno due balle così con 'sto benedetto "connettivo", fin dal primo anno, e alla fine uno viene traviato, me ne rendo conto!
Ma che cos'è esattamente il connettivo? In architettura lo spazio connettivo è quello spazio
servente che lega gli ambienti
serviti. In poche parole quello spazio di passaggio, di transito che conduce da un luogo ad un altro. Luoghi che possono essere semplici stanze di una casa ma, per estensione, dal punto di vista urbanistico, luoghi della città, e così a crescere in una scala sempre più elevata. O ridotta, in questo caso.
Capita spesso che, presentando un progetto, un bravo professore faccia notare che gli spazi connettivi
non sono pensati, che sono stati ricavati "per esclusione", da ciò che è rimasto dopo aver progettato gli spazi serviti, quelli
fighi, quelli importanti con la mega vetrata, con la parete ventilata, con l'aggetto di 8 metri. Capita così, che dopo aver progettato una bella mediateca, ti accorgi che per andare dall'aula magna alla biblioteca principale c'è solo un corridoietto stretto e buio, oppure che devi salire le scale, girare a destra, riscendere le scale, saltare su una liana, attraversare il fossato dei coccodrilli e atterrare con due capriole all'indietro.
Scomodo e potenzialmente fatale
ma, sopratutto, con una morale:
il connettivo è fondamentale. Anche in un drama.
Lo
sviluppo consequenziale di una storia, il
rapporto di causa-effetto, che genera l'avvicendarsi delle situazioni, è importantissimo.
E a Faith, ahimè, manca.
Entriamo nello specifico: via via che le puntate scorrono, vengono presentate molte situazioni diverse, anche intriganti, che catturano l'attenzione e, spegnendo un po' il cervello, anche decisamente avvincenti e piacevoli. Ma poi, improvvisamente, mi veniva da chiedermi: "Sì, bellissimo, ma... perché???", oppure: "Come ci siamo arrivati qui???". Intendiamoci, non è che manchi la logica e che sia un manifesto del non-sense, semplicemente trovo che potessero essere sviluppati MEGLIO, o semplicemente NON OMESSI, i retroscena, i motivi di alcune scelte: quale sia stato il percorso che ha condotto ad una determinata situazione, più che la situazione stessa.
Facciamo un esempio in positivo ed uno in negativo:
RAPPORTO CAUSA-EFFETTO RIUSCITO: siamo alla prima puntata, la Regina, in viaggio insieme al Re, viene mortalmente ferita. I medici dell'epoca non sono in grado di salvarle la vita. Viene raccontata la storia di un medico leggendario, proveniente dal "Cielo" in grado di salvare pazienti anche in fin di vita. Il Re ordina dunque al capitano delle sue guardie di cercare la citata "porta del Cielo", che si dovrebbe trovare nelle vicinanze, e di portargli un medico celeste. Detto fatto, Eui Seon viene trascinata, suo malgrado, nell'epoca del regno di Goryeo.
Fila, no? SE si fossero dimenticati di raccontare la storia del dottore del Cielo, avrebbe avuto molto meno senso. Siete d'accordo?
SITUAZIONE NON MEGLIO IDENTIFICATA: avete presente quando
il Capitano sta per morire
ed entra in quella specie di sogno in cui è inverno e si trova nei pressi di quel lago ghiacciato con il padre?
CHI??? Il padre
Ripeto, CHI??????? E che c'entra il padre? Chi è? Quando è morto? Qual era il loro rapporto? Perché, dopo aver detto e ripetuto come il suo maestro fosse un padre per lui, dopo averne rimarcato il legame fortissimo, su quel dannato laghetto non c'è lui ma il padre????
CHI???
*la smetto*Questo è, naturalmente, solo un esempio, ma ce ne sono decine di situazioni non chiare, di rapporti non spiegati.
Insomma, sarò limitata io, non dico di no, ma Faith resterà per me il drama delle grandi omissioni
ed è per questo che sono d'accordo, nella sostanza, con Val, anche se forse la mia è una posizione intermedia:
CITAZIONE (Valinor1000 @ 25/10/2012, 13:50)
[...] la trama è una schifezza, fatta malissimo, piena di buchi di sceneggiatura grossi come il traforo del Monte Bianco
CITAZIONE (Valinor1000 @ 25/10/2012, 19:38)
Non potevano curare un pò di più la trama?
Eh, sarebbe stato un ottimo modo di impiegare le energie!
Io non la cestino in toto, alcune cose mi sono piaciute, ma si tratta, per l'appunto, di
spot, di elementi a sé, avulsi dal resto. Così, se dovessi giudicare scena per scena, singolarmente, magari il giudizio sarebbe pure positivo, ma poiché parliamo di trama, di un elemento che ne coordina molti diversi, allora il discorso cambia. E in questo caso, sono con Val.
La
seconda ragione del fail:
troppa ripetizione.
In 24 puntate, ad alcuni elementi che variano, si alterna sempre una ed una sola situazione, costante e con lo stesso esito: Eui Seon cerca di scappare/Eui Seon è in pericolo/Eui Seon viene rapita e Choi Young la riacchiappa/Choi Young la salva/Choi Young va a riprendersela.
Cambia la minaccia, il sequestratore, lo psicopatico (per dirla alla Eun Soo) di turno, ma la solfa è sempre la stessa. Una, due, tre volte, alla quarta sopraggiunge il tedio, anche perché diventa scontato come andrà a finire
Anche qui sono abbastanza in linea con Val:
CITAZIONE (Valinor1000 @ 25/10/2012, 13:50)
[...] troppo allungamento del brodo, per puntate e puntate non succedeva niente, una barba.
Mi ricordo che all'inizio ho anche detto che mi piaceva il ritmo, che scorreva piacevole... sì, all'inizio però!
Nelle puntate centrali non succede veramente nulla. Alla fine di una puntata, nulla era cambiato rispetto a quella precedente.
Il
terzo motivo, non me ne vogliate, forse lo immaginate un po' tutte:
l'interpretazione di Minho.
Ragazze a me dispiace, perché so che alcune di voi lo apprezzano, ma... dovete spiegarmi su quali basi. Seriamente e con evidenza di prove. Cioè, per me non basta dire "
Da BOF è migliorato". Per carità, sono d'accordo, e ci mancherebbe pure, ma sempre MOLTO LIMITATO (e voglio essere gentile), resta.
Quello sguardo fisso e quell'unica espressione riproposta all'infinito... alla fine non ne potevo più, era diventata una barzelletta.
E non dite di no, perché IO NE HO LE PROVE:
Che la situazione fosse disperata, romantica, drammatica, che il sentimento fosse d'odio, di rabbia, di vendetta, di tenerezza, di insofferenza, Minho ci ha regalato sempre UNA ed UN'UNICA espressione.
E non ci provate nemmeno a dire "
Eh, ma era il ruolo ad imporlo. Choi Young è un capitano freddo e risoluto, temprato dalle sofferenze della vita".
Col cacchio. Questa scusa si usa un po' troppo spesso, a mio avviso
*anche in City Hunter, per inciso*Se così fosse, se fosse cioè il personaggio a richiederlo, il fallimento sarebbe allora del regista, degli sceneggiatori, perché questo poteva essere il capitano al momento zero, all'inizio della storia, la presenza di Eui Seon avrebbe dovuto scioglierlo, come accade fisicamente quando, nella scena del lago, il ghiaccio che lo imprigiona si spacca e ne viene liberato; così metaforicamente anche il suo modo di esternare i sentimenti avrebbe dovuto evolversi. Oppure, se anche apparentemente avesse mantenuto quell'aura di freddezza, avrebbero dovuto scorgersi, dietro quella facciata, fremiti di emozioni a stento trattenute. MACCHE'.
E per inciso, io non penso sia così: sono convinta che la sceneggiatura imponesse un cambio di rotta, ad un certo punto, ma che Minho non sia stato in grado di imprimerlo, purtroppo. Un altro attore, senza arrivare a toccare i mostri sacri del calibro di Lee Jun Ki, mi sarei "accontentata" di un Kim Soo Hyun, avrebbe reso maggiore giustizia al capitano, dandogli spessore.
C'è poi una quarta ragione, che però non posso far rientrare nei motivi del fail, perché è un aspetto positivo del drama:
la storia d'amore tra il Re e la Regina.
Caspita, quella sì che mi è piaciuta
Come mi sono piaciuti i due personaggi singolarmente.
La scelta dell'attore che ha interpretato il Re è stata azzeccatissima: io credo che volutamente l'abbiano scelto bassino, non particolarmente attraente, perché in questo modo la sua fragilità e la sua insicurezza sono venute fuori con un impatto ancora maggiore. L'ho trovato vero: un marito innamorato, a suo modo un amico fedele, un confidente e poi, un uomo che diventa re, che deve imparare ad esserlo, che deve trovare il coraggio per difendere il proprio paese. Senza eroismi surreali, senza prodezze al di là delle proprie umane capacità.
E allora qual è il problema? Il problema è che questo plot secondario, con protagonisti Re e Regina, mi ha emozionato più della storia d'amore principale.
Spero che prima o poi facciano un bel drama dedicato a questi due personaggi che, mi pare di capire, in Corea sono anche famosi e celebri per il loro amore. Ecco, fateci sognare
So che molte di voi, se non la totalità, non condividono il mio pensiero, perché tornado indietro ho riletto tutti i vostri commenti appassionati, ma più li leggevo, più mi convincevo della mia posizione: voi vi siete emozionate, avete partecipato con vero slancio alle vicende di Faith, avete vissuto il drama quasi in prima persona. E' una sensazione che anche io conosco e riconosco bene e che, so per certo, qui non mi ha accompagnata.
Faith avrebbe potuto.Faith avrebbe potuto essere un drama fantasy, se solo questo non si fosse limitato ad una porta che collega mondi temporalmente differenti e a uomini con poteri non meglio identificati, che "consumano" i possessori in modo non chiaro (la mano di Choi Young? Che fine fa? Ne riprende l'uso? Gli si stacca e cade? Perché Gi Cheol aveva quegli attacchi?) e provenienti non si sa da dove.
Il nostro protagonista ne è dotato, ma li userà quanto? Tre volte in 24 puntate? Potevano risparmiarseli, a questo punto. Non aggiungono nulla, sono fini a sé stessi se non giustificati in qualche modo.
Faith avrebbe potuto essere un grande drama romantico se solo Minho avesse corrisposto il pathos dimostrato dall'interpretazione di Kim Hee Sun, se il suo personaggio si fosse, anche solo in un'occasione, abbandonato ad un vero slancio emotivo, se l'avesse inseguita attraverso la porta, cercandola attraverso il tempo.
Faith avrebbe potuto essere un grande drama epico/storico se questo aspetto fosse stato maggiormente approfondito, studiato, illustrato. Mostrando il rapporto con il popolo, con Yuan. In fondo, ci troviamo sempre davanti l'era Joseon ed è stato interessante sapere cosa c'è stato prima, un altro pezzetto di storia. Se avessero insistito in questa direzione io avrei gradito.
Faith invece ha voluto essere un po' di tutto, senza riuscire ad essere, compiutamente, niente.
Un peccato, considerando il budget investito e la produzione mobilitata!
Edited by Veratre - 15/1/2015, 18:19