Ed eccomi qui a commentare
Answer me, 1997!
Ma prima di farlo, una doverosa premessa. Ormai lo sapete, sono un'amante delle premesse, mi aiutano a rompere il ghiaccio, anche se a voi probabilmente rompono altre cose
... ma siate pazienti, ancora una volta!
Dunque, io sono un tipo nostalgico. Ma non un nostalgico sano, naturale.
Direi piuttosto che rasento il patologico. In linea di principio detesto il cambiamento e vivo nel mito, nell'illusione e nella ricerca dell'immutabilità. Una vita destinata all'infelicità, dato che l'inesorabile scorrere del tempo porta con sé continui mutamenti. Triste, eh?
Ma c'è dell'altro. Mano a mano che
invecchio divento grande, il sentimento si acuisce sempre più, proporzionalmente al peso degli anni che aumenta, mio malgrado.
Insomma, a farvela breve, crescere, maturare, cambiare amici, sopratutto perderne per strada, allontanarsi da casa, abbandonare i luoghi familiari dell'infanzia e dover affrontare la grande e spaventosa metropoli capitalista (
disse quella che viveva a Roma) sono un po' i miei spauracchi di sempre.
Ah, amica nostalgia, sei tu una compagna amara...
Tutto questo per dire cosa? Per dire che
Answer me, 1997 è il drama fatto per me, cucito su di me! E' un drama che va a colpire punti di massima sensibilità e tematiche di cui subisco il fascino con imbarazzante e disarmante facilità.
Semplicemente
Answer me, 1997 non poteva non piacermi, anche se fosse stato fatto con i piedi.
E invece non è fatto con i piedi proprio per niente, anzi.
Anwer me, 1997 è un drama bellissimo, fatto benissimo.
Perché?
Motivo numero 1: la caratterizzazione dei personaggi.Sebbene la protagonista rappresenti uno stereotipo per eccellenza -
quello della fangirl, e per inciso, quello della fangirl pazza e senza freni – lei stessa, a suo modo, e
tutti i personaggi che le ruotano intorno, bellissimi e teneramente indimenticabili,
sono caratterizzati con cura e dipinti di moltissime sfumature, in un modo che amo davvero molto: sono tutti reali, in un certo senso profondi (
nell'accezione di “tridimensionali”) e allo stesso tempo sono tutti accomunati da una scenica teatralità, che li rende più accattivanti della versione “vita vera”. Mi spiego?
Voglio dire che pur essendo mossi dalle “fila” di uno sceneggiatore, sapiente, in questo caso, risultano comunque persone, più che personaggi.
Li ho amati tutti, dal primo all'ultimo, senza eccezione alcuna. Anche le comparse!
Anche se, ad essere onesti, ho una predilezione per
Joon Hee, interpretato da Hoya degli Infinite. A parte che lui è stato bravo, considerando che è alla sua prima, e fino ad ora unica, esperienza recitativa, ma il personaggio in sé è proprio splendido: una capacità di amare sconfinata e inversamente proporzionale al suo egoismo, al suo mettersi davanti agli altri. Uno di quei personaggi che non si può non amare dal primo all'ultimo fotogramma.
Motivo numero 2: l'andamento narrativo.Tutto il drama, che comincia nell'anno domini 2012,
si sviluppa in realtà, in macroscopici flashback, che saltellano tra la fine degli anni '90, in cui i nostri protagonisti frequentavano il liceo, e la metà del primo decennio del nuovo millennio, per farci scoprire come Shi Won è rimasta incinta, ma sopratutto di
CHI lo è!
Sappiatelo: la risposta, che pare scontata, e le vostre certezze, che credete incrollabili, saranno messe a dura prova e continuamente in discussione, fino a farvi fremere dalla brama di sapere (
e fino a farvi sanguinare gli occhi, quando alle 4 del mattino starete vedendo quella che giurate essere “l'ultimissima puntata per stasera”... certo. )
Insomma, scordatevi i momenti di noia e di tedio tipici dei drama coreani: complice la brevità delle puntate, che fino all'episodio 14 sono la metà del normale, gli episodi letteralmente voleranno, veloci e leggeri sugli anni dell'adolescenza spensierata... lo vedete, mi sto immalinconendo (?) di nuovo!
Geniale è stata quindi la soluzione scelta, perfetta per il tipo di storia, anche se certo non originale: ce ne sono mille di drama che cominciano con una scena X per poi portare lo spettatore al momento “zero” e lasciarlo agonizzare nella propria ignoranza e sopratutto nella continua e incessante ricerca della verità che sta dietro alla scena così spavaldamente mostrata all'inizio!
Qualche esempio?
I miss you, tra i più strazianti,
The time between dog and wolf, tra i più adrenalinici.
Qui il genere è completamente differente, eppure ci sta come il cacio sui maccheroni!
Così ci si ritrova in un istante catapultati a vivere le ansie, le paure, gli amori, le amicizie e le passioni, con l'intensità che è tutta adolescenziale, di un gruppo di amici diciassettenni, sapendo che le loro storie, i loro passi li guideranno -
chissà, forse percorrendo strade diverse – a ritrovarsi, a stare ancora insieme nel 2012, ormai adulti.
Ahhhh~Motivo numero 3: è un drama coreano che sembra giapponese.Trattasi, per chi non l'avesse capito, di un pregio. Niente drammi esagerati, niente sfighe colossali, nessun conflitto generazionale/sociale che impedisce il coronamento dell'amore, angst contenuto e non totalizzante, che non arriva mai a deviare e a “corrompere” i personaggi e la loro natura. Non che manchino i momenti di complessità, di sentimenti contrastanti, perfino di tragedia – Answer non è un drametto banale e superficiale - ma questi elementi sono trattati con quella delicatezza e sensibilità che è così tipica del fare giapponese e che io tanto amo. Il mix equilibrato tra Corea e “manierismo” giapponese, che è
Answer me, 1997, è una soluzione, per me, decisamente vincente.
Per restare attuali, un esemplare simile, ma speculare di questa dote è, a mio avviso,
Rich man, poor woman, un drama giapponese che ha un ché di coreano. Come si dice?
In media stat il drama figo.
Proprio così.
Motivo numero 4: la colonna sonora.Chiunque ami il kpop, si ritroverà letteralmente catturato dalle musiche, dai continui riferimenti, dalle atmosfere di questo drama che ci riportano lì, dove l'Hallyu wave è nata, agli albori del fangirlismo e del fandom, tra H.O.T e Sechs Kies.
Vi ci rispecchierete, almeno un po'.
Motivo numero 5: Seo In Guk è un gran figo.Seo In Guk è un gran figo. Ah, l'ho già detto? Allora Hoya è un gran figo. Eun Ji Won... be', no, non è un gran figo, ma ha fascino, a suo modo *Sechs Kies rulez*, Song Jong Ho ha qui un ruolo decisamente più tenero che in
The Princess' man, e ciò ingentilisce anche i suoi lineamenti, perciò io lo metterei nella schiera di quelli che aiutano gli occhi a rifarsi, specie quando è in giacca e cravatta!
Per concludere,
Answer me, 1997 mi ha regalato un mare di emozioni, mi ha letteralmente conquistata, rubandosi per sempre un pezzettino del mio cuore e, pur non essendo a livello, come tematica e come genere, di altri drama a cui ho dato lo stesso voto... con tutta la mia anima doramista,
8,5.
Edited by Veratre - 11/4/2013, 00:41